Story Synopsis
La nascita di un’Idea, dalla visione alla concretizzazione di un sogno.
In fondo, cosa vi aspettavate? È l'Italia, bellezza. Dove le buone idee vengono prima ignorate, poi derise, infine sottratte 'adottate' da chi non le ha partorite, con la delicatezza di un elefante in una cristalleria. Ma ehi, almeno abbiamo una bella storia da raccontare, no? Peccato che nessuno la ascolterà... su Radiophonica.
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Who made who
Per comprendere le radici del progetto Radiophonica e rivelarne l’anima, dobbiamo fare un viaggio indietro nel tempo fino al 1997 e rievocare il vivace laboratorio di idee ed espressioni conosciuto come BONK! Situato nella periferia di Perugia, questo laboratorio ha avuto inizio nel settembre del 1997 grazie all'iniziativa dell'associazione culturale "L'Officina", con l'ambizione di creare un luogo dinamico non solo dedicato alla musica, ma alla fusione di passioni e interessi giovanili.
Da un esperimento pionieristico, BONK! è presto diventato un modello ispiratore per altre realtà simili sparse nella regione. Offriva corsi di fotografia, la possibilità di realizzare cortometraggi, la pubblicazione di un giornalino, spazi dedicati alla musica e luoghi di incontro, socializzazione e condivisione, diventando un crocevia per menti creative e talenti emergenti. Questo ricco contesto di creatività fu il terreno fertile in cui germogliò il desiderio di avere una voce radiofonica per esprimere se stessi
Tuttavia, i tempi non erano ancora maturi per la creazione di una radio web, principalmente a causa delle limitazioni tecnologiche. Erano i giorni in cui Internet, pur in fermento, era ancora un lontano miraggio per molti. Tuttavia, l'idea di una radio non venne abbandonata, ma piuttosto riposta in un angolo della mente, pronta a risvegliarsi al momento giusto.
Solo agli inizi del 2005 l'idea venne ripresa e portata avanti con determinazione. I primi esperimenti di streaming trovarono vita grazie all'ingegno di un socio simpatizzante, Nicola Giacchè, che aveva generosamente donato all’associazione il suo vecchio computer, un'imponente torre bianca con l’annotazione nella parte superiore in pennarello rosso “muletto”. Questo gesto altruistico, accompagnato dall'esperienza e dai tutorial forniti, si rivelò cruciale per la configurazione del primo sistema di streaming, oggi ormai obsoleto, basato su software Winamp e Shoutcast.
La prima trasmissione avvenne in un contesto affascinante, tra gli spazi de L'Officina e casa di Nicola, segnando un momento epocale. Per la prima volta, la musica e le voci attraversarono i fili del telefono dell’associazione, letteralmente del telefono, poiché ancora non si disponeva di una connessione veloce. Ai tempi, per collegare il computer alla rete Internet, si doveva effettuare una procedura articolata, inserendo il cavo telefonico nella presa del modem del computer per poi comporre un numero per accedere al vasto mondo virtuale.
"Ehi Nicola, ce l'abbiamo fatta! La musica sta arrivando dall'altra parte!" esclamammo eccitati mentre le prime note risuonavano attraverso la vecchia linea telefonica. "Non ci credo, stiamo trasmettendo davvero!" rispose Nicola con un sorriso enorme.
Da quel momento tutto cambiò, si aprì un varco nel tessuto temporale, dando vita al sogno di creare e condividere un flusso di contenuti che avrebbe dato voce a ciò che in passato per noi era soltanto fantasia. La nascita di una radio all’Officina rappresentò il coronamento di questo sogno, un faro luminoso nel panorama delle espressioni culturali digitali e nella condivisione delle esperienze associative.
È importante sottolineare che nel periodo di sperimentazione, anno 2005, molte delle piattaforme digitali che oggi consideriamo imprescindibili erano ancora agli albori o addirittura non esistevano affatto.
Nell'epoca in cui Radiophonica muoveva i suoi primi passi, non c'erano tracce dei social network che oggi dominano la nostra vita online: né il famoso Facebook, né Instagram, o altri ancora. YouTube, la celebre piattaforma di condivisione video, non era che un'idea incipiente, lontana dallo status di colosso multimediale che occupa oggi.Questo contesto rende ancor più straordinaria l'audacia e la visione di coloro che si sono lanciati nella creazione di Radiophonica, anticipando di gran lunga le tendenze digitali che avrebbero caratterizzato il decennio a venire.
Il passo successivo consistette nell'installazione di una linea dati veloce e nello sviluppo concreto del progetto, trasformandolo da un'idea teorica a un sito web funzionante. Questo processo ha dato vita a una vera e propria piattaforma di condivisione culturale, completa di una radio e un forum. Inoltre, ha aperto le porte all'opportunità per altri soggetti, tra cui band, fotografi, videomaker, poeti e associazioni, di iscriversi e partecipare attivamente. Ogni utente poteva così plasmare la propria pagina artistica e condividere liberamente la propria cultura attraverso la redazione radiofonica.
Per realizzarlo, ci affidammo a due figure di spicco: Attilio Brancaccio, socio simpatizzante dell'associazione e bassista della band Orange Dub, per la parte grafica; e Fabrizio Giannone, soprannominato da noi lo "scienziato", per lo sviluppo del codice. Fu una vera e propria reinvenzione della ruota: all'epoca, concetti oggi comuni come CMS (Content Management System) come Drupal o WordPress non erano diffusi, e noi stessi non ne eravamo a conoscenza. Di conseguenza, costruire il sito richiese partire da zero, scrivendo codice su codice, senza la comodità dei template predefiniti che oggi semplificano enormemente il processo di creazione.
Visto che la radio stava prendendo forma all'interno dell'Officina, ci sembrava quasi inevitabile che il nome del progetto fosse già stato stabilito come RadiOfficina. Questo passo appariva come una conseguenza naturale del processo di creazione all'interno di quell'ambiente creativo e produttivo. Dato questo assunto ci siamo avventurati, con una generosa dose di inesperienza, nella creazione del logo che avrebbe rappresentato il nostro progetto e la nostra visione.
L'idea, ampiamente condivisa, che ci portò all'identificazione del logo ci venne suggerita proprio dalla strumentazione residente all'Officina. Chi frequenta l'associazione o chi ha visto qualche foto o video sul web si sarà accorto che in questo spazio abbondano, casse e materiale per la produzione audio.
L'ispirazione scaturì proprio dall'estetica di una cassa da studio di registrazione, in particolare dalle celebri Yamaha NS-10, note ai cultori per le leggende legate alle produzioni di Quincy Jones con Michael Jackson.
La caratteristica estetica peculiare che le rende altamente riconoscibili: un altoparlante woofer bianco circolare con bordo nero, ci spinse ad adottarlo graficamente in sostituzione della lettera "O" presente nel nome, RadiOfficina.Tuttavia, ogni creazione porta con sé la sua sfida, e la nostra scarsa esperienza nel campo del branding ci riservò una sorpresa spiacevole. Dopo una breve e banale ricerca online, scoprimmo che il nome RadiOfficina era già stato utilizzato in altri contesti. Anche se avremmo potuto adottarlo con un'estensione diversa, decidemmo che fosse più sensato abbandonare il nome per cercarne uno più originale e non presente nel web.
Il secondo nome, quello diventato ufficiale, nacque dall'estro di Alessandro Cuscinà, membro dell'associazione e docente nel corso da tecnico del suono che nel periodo 2005/2006 si svolse nei locali dell'Officina in ATS con l’associazione FORMA.azione. Il suo contributo si dimostrò imprescindibile nel trovare una sintesi tra il concetto di "radio" e un elemento capace di richiamare le attività proprie dell'associazione. Con straordinaria creatività, Alessandro combinò il termine "radio" con "fonico", dando così vita alle proposte di denominazione "radiofonica" o "radiophonica".Entrambi i nomi destarono in noi un profondo entusiasmo, ma alla fine ci inclinammo per la versione con "ph", radiophonica, attratti dal suo suggestivo fascino distintivo. Arricchimmo ulteriormente il tutto con il motto evocativo: "ascolta - promuovi - suona". Fu così che nel 2006, L'Officina acquistò il dominio radiophonica.com, inaugurando una nuova e promettente era.
Nuova era, nuovo logo. La creazione del secondo logo è stata notevolmente più rapida. È risultato quasi istintivo ripetere il processo che ci aveva portato alla creazione del primo logo. Abbiamo sostituito la vocale "O" di "radio" con la forma grafica circolare dell'altoparlante woofer , e scelto un nuovo font. Questa volta, a differenza del primo logo, abbiamo optato per un font di colore rosso con bordi neri, in modo da richiamare il bordo circolare nero dell'altoparlante woofer.Il potenziamento del portale procedeva speditamente, ma il server dove Fabrizio sviluppava il sito non era più adeguato alle crescenti esigenze di spazio, prestazioni e banda, indispensabili per un progetto tanto ambizioso quanto complesso. Questa circostanza ci ha spinto ad investire le nostre limitate risorse nell’acquisto del nostro primo server, ora diventato un pezzo distintivo dell’arredo presso l’Officina, completo di un toccante epitaffio.
"Server Radio One. Passed away on September 9th, 2013, at the age of 6. Beloved son of L'Officina and Radiophonica. Forever in our hearts, he will always stay, loved and remembered every day. R.I.P."
"Questo è il nostro piccolo gioiello!" dissi mentre aprivamo le scatole del nuovo server acquistato."Lo so, ci è costato un bel po' di soldi e risparmi, ma finalmente avremo spazio e prestazioni per fare le cose per bene" confermò Fabrizio guardandolo quasi con venerazione.
La visita al data center di Aruba ad Arezzo è stata un’esperienza affascinante, una vera e propria “escursione nerd”, durante la quale abbiamo scoperto il processo di gestione sicura dei milioni di dati provenienti dai luoghi più inaspettati. Dopo questa avventura, con un portafoglio sensibilmente più leggero, avevamo finalmente a disposizione un server ad alte prestazioni e una banda sufficiente a garantire un caricamento rapido del sito, la trasmissione in live streaming e tutte le altre funzionalità offerte dal portale: dal caricamento e ascolto dei file audio, alle gallerie fotografiche, passando per le opere e le news di locali e associazioni, fino ai forum di discussione.
Un progetto di tale portata richiedeva però anche standard di sicurezza informatica elevati per il server. Non si trattava di un semplice sito vetrina, ma di un portale interattivo dove gli utenti potevano creare e condividere le proprie pagine artistiche, complete di opere. Le nostre competenze informatiche, sebbene in continua evoluzione, non erano sufficienti a garantire la sicurezza e le prestazioni necessarie del server. Per questo motivo, abbiamo deciso di affidare la gestione a Ludovico Poggioli, un esperto informatico e amico dell’associazione.
Ludovico ha inizialmente configurato il server per proteggerlo da intrusioni non autorizzate e per assicurarne il funzionamento quotidiano senza intoppi. Inoltre, ha messo a disposizione la sua esperienza per risolvere prontamente eventuali problemi e per fornirci consigli volti a migliorare l’accessibilità al portale. La sua professionalità si è rivelata fondamentale nel gestire situazioni critiche e nell’ottimizzare l’esperienza degli utenti sul nostro sito.
Era giunto il momento di accrescere la promozione e, con la determinazione che ci contraddistingueva, ci organizzammo e partimmo come l'Armata Brancaleone per invadere le terre che ospitavano il MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti) e spargere il verbo con l’ausilio dei volantini stampati in fretta e furia. Fretta e furia che ci portò anche a sbagliare l’estensione del sito (.it invece di .com), fortunatamente li avevamo aquistati entrambi.In realtà, questa non è stata la nostra prima esperienza al MEI; già nel '98, L'Officina e l'etichetta discografica ARCI CONTROCANTO, anche essa nata da un seme dell'Officina, si spostarono per promuovere alcuni dei gruppi della vivace scena perugina di fine anni '90. (GRAFICO NEWSTONE, AMPLESSI COMPLESSI, SISMA e in seguito LIBRA). Ma questa è un'altra storia.
Le novità grafiche non erano però finite: la macchina creativa era stata messa in moto e, come in un loop perpetuo, non smetteva di elaborare varianti e modifiche al logo e al codice del portale. Il logo, ad esempio, subì un ulteriore cambiamento. Questa volta, l'ispirazione per il nuovo logo provenne dall'estetica di un registratore analogico 8 tracce a bobine, lo storico Fostex 80, da poco dismesso e trasformato in arredo per l'ufficio dove tenevamo le riunioni quotidiane. Il nuovo logo presentava un'animazione secondo lo standard Adobe Flash; le bobine, infatti, ruotavano dando l'impressione di una riproduzione continua del flusso audio in streaming. Graficamente, una bobina era posizionata all'inizio della scritta "radiophonica" e l'altra bobina, come nel secondo logo, sostituiva la lettera "O" di "radio".Consideravamo questo aggiornamento funzionale per rendere più equilibrata l'immagine che il portale richiedeva in quel momento, e anche per distribuire meglio le piccole icone dei più diffusi lettori player che l'utente poteva scegliere per ascoltare il flusso audio in streaming.
Successivamente, con l'introduzione dei nuovi standard che uniformarono la gestione dell'audio e l'abbandono del supporto Flash da parte dei browser, decidemmo di eliminare le piccole icone dei player non più necessarie e l'animazione delle bobine del logo.Questi loghi, belli o brutti che siano, non solo rappresentano il lavoro, l'inventiva e l'ingegno artistico, ma simboleggiano anche il fervore e l'entusiasmo di un team di giovani, magari inesperti e ingenui, ma carichi di passione e desiderosi di condividere con il mondo le proprie visioni e idee.
Per ampliare la nostra efficace campagna promozionale, decidemmo di realizzare delle presentazioni video che illustrassero le variegate potenzialità offerte dal portale Radiophonica. La voce narrante che accompagnava i video fu quella di Giulia Zeetti. Durante quel periodo, il fonico residente dell'Officina, Alessandro Cuscinà, stava collaborando con Giulia alla creazione di brani originali. Alessandro propose una condivisione reciproca di passioni e risorse, basata su un'etica di collaborazione e sostegno reciproco. Giulia avrebbe potuto prestare la sua voce per descrivere il portale in cambio dell'uso dello studio di registrazione per lavorare ai progetti inediti su cui stavano concentrando le loro energie.
Considerando la nostra modesta abilità nel recitare un copione e l'eccellenza professionale di Giulia, questa proposta ci sembrò un'ottima idea. Alessandro e Giulia non solo fornirono un contributo prezioso in quella occasione, ma idearono anche i primi jingle che,ancora oggi nel 2024, vengono utilizzati e trasmessi nel palinsesto giornaliero. Il loro apporto si rivelò quindi fondamentale sia per quel progetto specifico, sia per lo sviluppo di elementi distintivi duraturi nel tempo per la nostra attività.
Nella seconda metà degli anni 2000, periodo in cui gli smartphone erano ancora una novità lontana, ci equipaggiammo con dei video promozionali prodotti su supporto DVD. La scelta di questo formato era dettata dalla maggiore praticità nel riprodurre i contenuti su un computer rispetto all'utilizzo di Internet. Questi video avevano lo scopo di accompagnarci ad ogni incontro con potenziali sponsor o partner, istituzionali o meno, ai quali volevamo efficacemente mostrare l'importanza e il potenziale del nostro progetto in quel particolare momento storico.Mantenere in sicurezza e aggiungere nuove funzionalità a un sito nato dal duro lavoro di sviluppo del codice da zero era diventato un'impresa sempre più complessa, richiedendo sempre più tempo, risorse umane ed economiche. Questa sfida ci ha spinti a riconsiderare l'intero progetto informatico e a optare per l'adozione di un CMS che potesse darci una mano, grazie alla vasta comunità di sviluppatori pronti a offrire il loro supporto.
Dopo un'indagine dettagliata, abbiamo scelto di abbracciare il rinomato sistema Drupal. Ci siamo impegnati nel trasferire i dati e i contenuti dal vecchio sito al nuovo CMS, mentre lavoravamo al miglioramento dell'aspetto grafico. I moduli creati dalla comunità si integravano perfettamente con la nostra visione di gestione dei dati dei programmi radiofonici, delle news, del palinsesto e della creazione di pagine personalizzate da parte degli utenti.
Questa evoluzione ha portato a un significativo miglioramento nella valorizzazione e condivisione dei contenuti del portale, con programmi radio dedicati a varie forme d'arte e alla promozione degli artisti iscritti. Grazie a questa nuova tecnologia, abbiamo potuto integrare i software per gestire il palinsesto e lo streaming, rendendo più fluida la trasmissione dei programmi registrati e delle dirette live. Queste ultime, ora disponibili anche in formato video tramite il servizio ustream, introducendo una nuova dimensione all'Officina.
Ora, con gli studi completamente attrezzati a disposizione, potevamo trasmettere in video sia i programmi di discussione che le esibizioni musicali con interviste live. Questo significava non solo offrire agli utenti l'opportunità di ascoltare musica e seguire conversazioni interessanti, ma anche di essere parte attiva dell'esperienza, interagendo direttamente con gli artisti durante le esibizioni live.
Le dirette live rappresentavano un momento speciale, in cui la magia dell'arte si mescolava con la spontaneità dell'interazione dal vivo, creando un'esperienza coinvolgente e autentica che andava ben oltre la semplice fruizione passiva dei contenuti. Era un'opportunità unica per gli utenti di connettersi con i propri artisti preferiti, di fare domande, di condividere emozioni e di sentirsi parte di una comunità vivace e appassionata.
In questo modo, le dirette live non solo arricchivano il panorama artistico del portale, ma creavano anche un legame più profondo e autentico tra gli artisti e il loro pubblico, trasformando il semplice atto di ascoltare musica o seguire una discussione in un'esperienza condivisa e memorabile.
Questa narrazione intricata di visione, impegno, condivisione e innovazione ci trasporta in un epoca cruciale della storia di Radiophonica, in cui ogni passo rappresentava una sfida affrontata e una conquista celebrata. Il percorso dall'embrione del progetto BONK! alla piena realizzazione di Radiophonica è un testimone tangibile della determinazione e della resilienza di fronte alle sfide tecnologiche e sociali. È una saga che ci parla di coraggio, di creatività e di una fervida volontà di adattarsi e crescere in un panorama in continua evoluzione.
Radiophonica, già operativa nel 2006, si trovava a pieno regime in tutte le sue funzionalità. Tuttavia, ci siamo trovati di fronte a una necessità urgente: promuovere l'iniziativa per ottenere i fondi necessari a coprire almeno le spese per la trasmissione di materiale audio protetto da copyright e per la gestione della struttura informatica. Per affrontare questa sfida, abbiamo inizialmente cercato di promuovere il progetto presso diversi assessorati comunali. Purtroppo, nonostante i nostri sforzi, non siamo riusciti a suscitare alcun interesse da parte loro. Non siamo stati in grado di comunicare efficacemente le potenzialità del progetto, nonostante il suo chiaro valore per la valorizzazione delle variegate forme culturali della provincia e della regione.Nonostante le difficoltà affrontate, abbiamo esplorato vie alternative per promuovere il progetto. Ci siamo impegnati a presentare l'iniziativa ai responsabili dell'Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario, non solo con l'obiettivo di suscitare il loro interesse diretto, ma anche per ricevere consigli su come coinvolgere referenti politici o economici potenzialmente interessati alla collaborazione al progetto.
"Ragazzi, ho delle novità dall'Agenzia: vogliono che Radiophonica diventi un servizio e una radio per gli studenti universitari!" ci annunciò il Mantra una sera dopo una riunione."Davvero? Ma è fantastico! Finalmente un po' di supporto e visibilità" esultò Alessandro stringendomi il braccio con trasporto.
I dirigenti dell'Agenzia si sono immediatamente mostrati attratti dal progetto di Radiophonica e dalle sue potenzialità per gli studenti universitari. Considerando il mandato dell'agenzia che prevede anche la promozione della cultura e l'interazione sociale tra gli studenti, l'idea di una web radio dedicata avrebbe sicuramente offerto nuove opportunità di coinvolgimento nella vita universitaria. Si prospettavano stimoli e benefici tangibili per gli studenti, pensando a un progetto multimediale che rispecchiasse le loro esperienze, interessi e passioni.
Radiophonica sarebbe diventata un punto di riferimento per gli studenti, un luogo dove condividere idee, passioni e talenti. Una web radio gestita dagli stessi studenti avrebbe favorito l'integrazione e la creazione di una comunità più consapevole e unita.
Inoltre, considerando l'importanza crescente dei media digitali nell'istruzione e nella comunicazione, una web radio universitaria avrebbe offerto agli studenti l'opportunità di acquisire competenze pratiche nel campo della produzione radiofonica e della gestione dei contenuti online, preparandoli meglio per il mondo del lavoro moderno, sempre più digitale e multimediale.
Nel 2008 il progetto del portale è stato quindi ripensato seguendo le direttive dell'agenzia, che ha posto un'enfasi particolare sull'attiva partecipazione degli studenti universitari. In questo contesto, è stata istituita una redazione studentesca, in stretta collaborazione con l'associazione, affinché potesse guidare la creazione e la cura dei contenuti del sito e del palinsesto radiofonico. Questa redazione ha svolto un ruolo cruciale nel dare voce alle diverse prospettive e interessi degli studenti, contribuendo così a creare un ambiente inclusivo e dinamico.
Parallelamente alla redazione, sono stati avviati laboratori creativi, con il sostegno dell'Officina, volti a fornire agli studenti gli strumenti e le competenze necessarie per la produzione di programmi radiofonici di qualità. Attraverso queste iniziative, gli studenti hanno avuto l'opportunità di esplorare e sviluppare le proprie capacità creative, imparando ad utilizzare le tecnologie audio, video e a comunicare in modo efficace attraverso il mezzo radiofonico.
Inoltre, la redazione studentesca si è dedicata alla produzione di recensioni, articoli e contenuti originali, arricchendo così il portale con una varietà di contributi culturali e informativi. Questi contenuti hanno permesso agli studenti di esprimere le proprie opinioni su eventi culturali, opere d'arte,musica, film, libri e molto altro ancora, contribuendo così a promuovere una vivace cultura critica all'interno della comunità universitaria.
In definitiva, la presenza attiva della redazione studentesca, l'attività costante dei laboratori creativi e l'atmosfera collaborativa hanno indubbiamente svolto un ruolo fondamentale nella creazione di un portale vivace e coinvolgente, riflettendo appieno la varietà e la dinamicità della comunità studentesca universitaria e offrendo un'esperienza autentica e appassionante per tutti coloro che vi partecipano.In questo contesto particolarmente dinamico, il progetto laboratoriale Radiophonica ha intrapreso un percorso di consolidamento, nutrito da una serie di elementi cruciali:
a) La scelta strategica di affiancare alla redazione studentesca - soggetta a un naturale ricambio ogni tre anni circa, in sintonia con il ciclo di studi universitario - uno staff tecnico di comprovata esperienza. Questo connubio ha garantito una continuità operativa nell'arco dell'intero anno solare, creando un ponte tra le diverse generazioni di studenti e mantenendo viva la fiamma dell'innovazione.
b) L'impegno formativo profuso dallo staff tecnico nei confronti degli studenti gravitanti attorno al progetto Radiophonica. Questa dedizione si è tradotta in un trasferimento di competenze preziose nel campo audio-visivo e nelle tecniche di comunicazione, arricchendo il bagaglio professionale dei giovani partecipanti.
c) La capacità visionaria di reinventare Radiophonica, trasformandola da semplice portale web aggregatore di contenuti a una realtà multipiattaforma dinamica e all'avanguardia. Questo processo di evoluzione ha permesso al progetto di rimanere al passo con le vorticose innovazioni del panorama digitale, anticipando tendenze e bisogni degli utenti.
d) L'audacia di sperimentare nuovi linguaggi della comunicazione, esplorando territori inesplorati e sfidando le convenzioni. Questa propensione all'innovazione ha reso Radiophonica un laboratorio creativo in costante fermento, capace di attrarre e stimolare menti brillanti e idee rivoluzionarie.
e) La professionalità e la dedizione dello staff tecnico nel supportare la redazione studentesca. Questo prezioso sostegno ha creato un ambiente fertile per la crescita e lo sviluppo dei talenti emergenti, garantendo al contempo un elevato standard qualitativo nelle produzioni.
La sinergia di questi elementi ha permesso a Radiophonica di raggiungere traguardi significativi su più fronti, trasformandola da un'iniziativa locale a un fenomeno di risonanza internazionale. Il progetto non solo si è radicato profondamente nel tessuto regionale, ma ha anche tessuto una rete di connessioni che si estende ben oltre i confini nazionali, catapultando Radiophonica nell'arena globale dei media universitari.
Il viaggio verso il riconoscimento internazionale ha preso slancio nel 2010, quando Perugia divenne il palcoscenico del Festival delle Radio Universitarie. Fu un momento epocale, con la partecipazione di rappresentanti dei media universitari italiani e delegazioni provenienti da università del Regno Unito e del Portogallo, che gettarono le basi per future collaborazioni transnazionali.
Ma era solo l'inizio. Nel 2014, Radiophonica raggiunse un nuovo apice organizzando l'UMF - University Media Fest. Questo evento straordinario vide confluire nella città umbra rappresentanti da Regno Unito, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Polonia e Svezia, trasformando Perugia in un crocevia di culture e idee nel campo dei media universitari.
Questi successi hanno aperto le porte a una serie di prestigiose partecipazioni internazionali, ciascuna delle quali ha contribuito a cementare la reputazione di Radiophonica player di rilievo nel panorama mediatico universitario globale:
- Il World College Radio Day, dove per tre anni consecutivi Radiophonica non solo ha partecipato, ma ha assunto un ruolo di primo piano, occupandosi delle dirette condivise mondiali e della comunicazione dell'evento. Un'impresa titanica che ha visto la voce di Perugia echeggiare in ogni angolo del globo.
- Europhonica, un ambizioso progetto di citizen journalism a livello europeo. Qui, gli studenti hanno avuto l'opportunità unica di fare giornalismo attivo su scala continentale, dando voce alle istanze della gioventù europea e forgiando una nuova generazione di comunicatori cosmopoliti.
- Alternatives 2016, la prima conferenza internazionale sui media universitari tenutasi a Lahti, Finlandia. La presenza di Radiophonica in questo consesso pionieristico ha segnato un momento di svolta, posizionando il progetto all'avanguardia del dibattito sul futuro dei media universitari.
- Il IV incontro internazionale della rete di radio universitarie del Latinoamerica e dei Caraibi a Madrid nel 2017. Qui, Radiophonica ha varcato nuove frontiere, tessendo legami con realtà d'oltreoceano e ampliando ulteriormente il proprio orizzonte culturale e professionale.
Questi traguardi non sono mere tappe di un percorso, ma testimonianze tangibili di come Radiophonica è riuscita a trasformare un sogno locale in una realtà globale. Ogni evento, ogni collaborazione, ogni riconoscimento internazionale ha contribuito a plasmare l'identità di Radiophonica come un faro di innovazione e eccellenza nel mondo dei media universitari.
La storia di Radiophonica è un'epopea di passione, visione e dedizione. Da un'idea nata nella periferia di Perugia, si è evoluta in un fenomeno capace di varcare oceani e continenti, portando la voce degli studenti umbri sui palcoscenici più prestigiosi del panorama mediatico mondiale. È un viaggio alimentato dall'entusiasmo di generazioni di studenti e dalla guida sapiente di uno staff tecnico che non ha mai smesso di sognare in grande.
In questo cammino di crescita e evoluzione, Radiophonica non si è semplicemente trasformata da esperimento a realtà consolidata; è diventata un simbolo di ciò che la creatività, la determinazione e la collaborazione possono realizzare. La sua storia è un faro per tutti coloro che osano sognare, un esempio tangibile di come, con la giusta miscela di passione e professionalità, sia possibile lasciare un'impronta indelebile non solo nel panorama culturale e comunicativo locale, ma sul palcoscenico globale dei media universitari.L'archetipo fondante di Radiophonica, anteriormente alla presentazione del progetto all'Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario, contemplava la partecipazione attiva di svariate entità sociali, comprendenti associazioni di diversa natura, artisti, locali culturali e individui desiderosi di condividere le proprie passioni e opinioni. Tuttavia, questa concezione si è modificata, dirigendo il suo fulcro verso gli studenti universitari e la loro incisiva presenza entro il contesto progettuale.
Nonostante ciò, l'eventualità di diffondere una programmazione incessante, operativa 24 ore su 24, e l'apertura degli studi de L'Officina dal lunedì al sabato, dalle 15 alle 24, ha agevolato, con l'approvazione sollecita della redazione studentesca, l'inclusione di persone al di fuori dell'ambito accademico, sia coloro che avevano completato il loro percorso universitario, sia coloro che non avevano mai intrapreso studi accademici. Questa propensione ha promosso l'origine di innumerevoli programmi che hanno accresciuto la trama culturale complessiva.
In special modo, il sabato è stato destinato ad accogliere le manifestazioni di associazioni, autori, musicisti, attori e figure del volontariato, offrendo loro l'occasione di presentare le proprie iniziative e progetti, sensibilizzando così il pubblico a tematiche e quesiti di portata sociale più vasta.
L'iniziale entusiasmo, il coordinamento perfetto con l’agenzia e l'impegno nel progetto Radiophonica da parte di tutti hanno caratterizzato i primi anni di attività, in cui la redazione studentesca e i laboratori creativi hanno contribuito in modo significativo alla sua crescita e alla sua vitalità. Tuttavia, con il passare del tempo e i frequenti cambiamenti di governance e al riordino delle competenze all'interno dell'agenzia, si sono verificati dei rallentamenti e degli ostacoli alla sua evoluzione.
Questa instabilità ha portato a una perdita di continuità e di sostegno al progetto, compromettendo la sua capacità di crescere e di espandersi. Inoltre, la sostanziale diminuzione delle risorse finanziarie a disposizione ha aggravato la situazione, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del progetto. Molti membri della redazione hanno iniziato a esprimere frustrazione e delusione per la mancanza di attenzione e visione.
Tali avvenimenti hanno generato un crescente senso di smarrimento e una progressiva disillusione all'interno della redazione, con figure di spicco che hanno scelto di rinunciare alla causa. Questi membri, che avevano contribuito in modo significativo al successo iniziale di Radiophonica, hanno espresso il loro disappunto per il calo di interesse e di sostegno da parte del promotore finanziario, hanno interpretato questi fatti come un chiaro segnale di poca dedizione e coinvolgimento.
In 16 anni, i dirigenti non hanno mai dedicato del tempo a visitare gli studi di Ponte San Giovanni dove prendeva vita l'esperienza live dei programmi. Eppure, sarebbe bastato anche solo un breve lasso di tempo per permettere loro di percepire direttamente l'entusiasmo, la creatività e l'importanza che questa attività rappresentava per il progetto. Una visita negli studi avrebbe consentito di comprendere la positiva ricaduta che tale esperienza avrebbe avuto sul morale della redazione. Il fatto che in oltre un decennio e mezzo i dirigenti non abbiano mai messo piede all'officina è forse indicativo della mancanza di interesse e attenzione verso un aspetto così rilevante del progetto.
"Ancora nessuna risposta dai dirigenti?" chiesi preoccupato mentre controllavamo le email."Niente, silenzio totale. Come se Radiophonica non avesse più alcuna importanza per loro" rispose amaramente Andrea.Nonostante queste traversie, alcuni membri della redazione e sostenitori del progetto tra cui anche ex componenti della prima redazione hanno continuato a contribuire, anche se da esterni, per mantenere viva l'idea di Radiophonica, riconoscendo il suo valore e il suo potenziale per la comunità studentesca universitaria. Indubbiamente, si delineava con chiarezza un quadro inquietante per il futuro di Radiophonica. La mancanza di un sostegno robusto, di una visione prospettica in grado di anticipare le tendenze future e di un impegno costante da parte del promotore, metteva a rischio l'intera iniziativa. In questo contesto, il destino del progetto rischiava di essere compromesso dall'inerzia del conformismo che spesso permea i media locali.
Le aspettative che la redazione aveva nei confronti del progetto Radiophonica erano enormi, soprattutto quando tardivamente venne a conoscenza che, nel 2012, l'agenzia aveva registrato i diritti sul nome e sul logo del progetto presso gli uffici di competenza. Molti interpretarono questo atto come un segnale di investimento e come la volontà di creare una testata giornalistica registrata e ufficiale, ma sottovalutarono completamente la complessità della questione. Altri, al contrario, considerarono questa mossa formale come uno sgarbo verso coloro che avevano originariamente creato il progetto, il nome e il logo. Sarebbe stato appropriato, forse anche corretto, discuterne apertamente o addirittura riconoscere anche solo una minima percentuale dei diritti agli autori originali.
"Hanno fatto che cosa? Registrato il nome e logo di Radiophonica senza nemmeno avvertirci?" Ero furioso quando me lo comunicarono. "Purtroppo sì, come se il lavoro di tutti questi anni non contasse nulla" aggiunsero amaramente.
Nonostante le nostre profonde riserve riguardo alla decisione unilaterale dell'agenzia di registrare il nome e il logo del progetto senza previa consultazione, ci siamo trovati in una posizione in cui la prudenza economica ha dovuto prevalere sulla protesta. Questa determinazione è stata guidata da una convenzione preesistente che, seppur fondamentale per la nostra sopravvivenza finanziaria, ha posto una benda sulla nostra libertà creativa e una pesante ipoteca sul nostro controllo sulle nostre stesse creazioni.
In una realtà in cui il peso economico era così spesso l'arbitro delle nostre decisioni, ci siamo visti costretti a subire una schiacciante ingiustizia: il nostro lavoro, il nostro impegno, la nostra arte, estratti dalle nostre mani e messi in un forziere controllato da altri. Questo atto non solo ci ha privato dei nostri diritti creativi, ma ha rappresentato una violazione dei nostri valori più profondi di autonomia e dignità professionale.
L'atteggiamento dell'Officina e dei suoi membri è stato sempre caratterizzato da una discrezione encomiabile. Sebbene avremmo potuto vantarci di aver creato un progetto così articolato e complesso, ci siamo assunti solo il ruolo di facilitatori della parte tecnica, permettendo ad altri di emergere nel bagliore dei successi di Radiophonica e di attribuirsi meriti, primati e vantaggi di immagine.
Tuttavia, malgrado questo scenario avverso, non ci siamo arresi al disinganno o alla rassegnazione. Abbiamo compreso che la vera forza risiede nella nostra capacità di rialzarci dalle ceneri dell'ingiustizia, di trasformare la delusione in determinazione e l'indignazione in azione.
Sebbene alcuni preferissero immergersi nella contesa, abbiamo valutato che il momento richiedesse saggezza e pazienza, preparandoci piuttosto a un rinnovato impegno nel perseguire la nostra visione con ancora maggiore determinazione e resilienza.
Resta il fatto che persiste innegabilmente il sentimento di essere stati scippati nell'intimo dell'anima e nel profondo del cuore, un'ingiustizia che ancora risuona nel presente con amarezza e delusione. La sensazione di ingiustizia per essere stati privati dei frutti del nostro lavoro non si è mai dissolta del tutto, nonostante abbiamo continuato a lottare per portare avanti Radiophonica. Quel mancato riconoscimento alimenta tutt'ora un desiderio di giustizia e risarcimento.
Ripercorrendo il cammino, vediamo i tanti contributi di chi ha plasmato questo percorso, rendendolo uno spazio di condivisione, creatività e libertà di espressione. Radiophonica non è solo una web radio, ma un esempio di ciò che si può creare unendo le forze verso un obiettivo comune. Rappresenta la capacità umana di connettere e creare superando limitazioni.Ciò che stiamo cercando di fare è difendere il lavoro e il contributo di coloro che hanno creato Radiophonica con passione e dedizione. È inaccettabile che si tenti di cancellare o minimizzare la memoria e l'importanza di queste persone che hanno dato vita a un progetto così speciale e significativo. Non possiamo permettere che la vera storia di Radiophonica venga oscurata o manipolata da parti terze con grandi disponibilità economiche e influenze politiche. La nostra voce si alza decisa nel richiedere che il lavoro creativo, l'entusiasmo e l'impegno profuso dai fondatori di Radiophonica venga riconosciuto, rispettato e tramandato invece di essere dimenticato o sminuito. Preservare questa eredità, proteggendola da tentativi di distorsione, è un atto di giustizia e integrità a cui non possiamo sottrarci.
Radiophonica non è nata dal supporto istituzionale, ma dalla visione e passione di chi l'ha fatta nascere. L'esclusione dell'Officina da Radiophonica è un'ingiustizia, dato il suo ruolo fondamentale sin dall'inizio del progetto. L'Officina ha creato l'identità stessa di Radiophonica, ideando il nome, il logo, il progetto e fornendo uno spazio di condivisione e crescita per tutti i partecipanti. Tagliarla fuori signifia negare una parte essenziale della sua storia e delle sue origini, prima ancora del supporto di ADISU.
Affrontiamo questa sfida con la forza della verità e la determinazione di chi crede fermamente nei propri ideali. Anche se siamo di dimensioni modeste rispetto ad altre forze in campo, confidiamo nell'assoluta giustezza della nostra causa e nella potenza intrinseca della verità. È questa la nostra arma per difendere ciò che riteniamo sacro: il lavoro, la passione e la visione di coloro che hanno dato vita a Radiophonica. La nostra piccola realtà trova linfa vitale nell'autenticità dei suoi propositi e nella ferma convinzione che la strada intrapresa sia quella corretta, indipendentemente dalle apparenti dimensioni delle sfide da affrontare.Ma andiamo avanti, guardiamo oltre. Andiamo avanti con l’idea di ripensare il progetto iniziale, di rigenerare l'idea e la sua essenza, attraverso una condivisione autentica e la promozione di esperienze concrete, di progetti reali e, soprattutto, di persone capaci di unire cittadini, artisti, associazioni, cooperative e operatori culturali e sociali. Un progetto di comunità genuina, la cui forza risiede nelle sue radici, nelle sue persone, nelle storie e nelle competenze che la animano. Un’ecosistema in cui ogni membro possa contribuire attivamente allo sviluppo e alla valorizzazione del territorio. Un progetto che nasce da noi e con noi. E anche in questo caso nessuno potrà mai toglierci il cuore e l'idea, perché appartiene alla nostra visione comune e alla passione condivisa.